Oggi, 25 novembre, ricorre il tredicesimo anniversario della scomparsa di Luciano Bottaro, e noi vogliamo ricordarlo con l’introduzione al volume “Bottaro le Maestro“, catalogo dell’omonima mostra allestita alla Cité Internationale de la Bande Dessinée et de l’Image di Angoulême nel 2008, scritto da Jean-Philippe Martin.
Bottaro è un maestro del fumetto comico e popolare italiano. Un maestro del fumetto tout-court, la cui opera ha raggiunto e divertito molte generazioni di lettori e, senza alcun dubbio, suscitato numerose vocazioni soprattutto in
Italia e in Francia, i due paesi in cui i suoi lavori sono stati maggiormente pubblicati (mi riferisco, per esempio, a Florence Cestac, Charlie Schlingo e a molti altri). Un’opera la cui ampiezza – si stima che siano 20.000 le sue tavole comparse in decine e decine di pubblicazioni – e risonanza hanno ben poche somiglianze nel mondo del fumetto. Si potrebbe forse tentare un parallelismo con Osamu Tezuka, un altro grande e prolifico artista che si vide assegnare il titolo di “Tesoro vivente” dal governo giapponese. Oppure, per quanto riguarda gli americani, compararlo a Gottfredson, Segar e sicuramente Barks, che è stato uno dei suoi modelli ispiratori e con il quale, altro punto in comune con Tezuka, ha sempre condiviso una passione con l’universo Disney.
D’altra parte Bottaro fa parte di quella schiera di autori italiani che hanno realizzato per il pubblico europeo un numero sterminato di storie di Paperino per la famosa testata italiana Topolino (dal 1952 al 1983). Una collaborazione che non ci fa dimenticare che Bottaro è, prima di tutto, un autore completo che ha elaborato un opera tanto originale quanto bizzarra. Un “Maestro” (in italiano nell’originale, n.d.t.), come lo soprannomineranno in Italia, sua terra natale, un termine che in Francia si attribuisce solo a un grande direttore d’orchestra, diventato maestro nella sua arte e così bravo da essere fonte di ispirazione e imitazione per molti altri autori. Quale altro vocabolo più appropriato avrebbe potuto caratterizzare l’artista Luciano Bottaro? Certamente nessuno.
Del suo contributo alla storia del fumetto popolare, oggi straordinariamente assente dal catalogo degli editori e dagli scaffali delle librerie, si ricorderanno sicuramente le burlesche avventure di Pepito – parodie delle saghe dei pirati che sanciranno la fama di Bottaro fin dal 1951 –, in cui una cricca di strampalati corsari si ingegna a sbeffeggiare un satrapo da operetta, Hernandez de la Banane, governatore di Las Ananas.
Si ricorderà, inoltre, la serie di Whisky e Gogò, spaghetti-western creato nel 1960, il cui tormentone è costituito dal sodalizio di un trapper bisognoso e un orso, per così dire, epicureo. Impossibile dimenticarsi anche della serie del Re di Picche – i cui protagonisti sono carte da gioco – che conferma ancora di più il nostro autore come un artista dotato di grande… “maestria” (in italiano nell’originale, n.d.t.); o dei Postorici, che ricordano le avventure degli Antenati, o ancora i funghi umanizzati di Pon Pon, serie nata nel 1955 che Bottaro porterà avanti praticamente fino alla sua morte.
Di questi personaggi, di questo originale talento, di questo inestimabile apporto alla storia della Nona Arte, si parla in maniera esauriente nelle pagine che seguono e che compongono la prima monografia in lingua francese dedicata a Luciano Bottaro, scomparso nel novembre 2006. Questa monografia è associata alla mostra che ripercorre i periodi chiave dell’opera del Maestro di Rapallo che gli consacra la Cité Internationale de la Bande Dessinée et de l’Image.
È il minimo omaggio che questo paese, che egli considerava come la sua seconda patria, poteva rendergli. Si tratta di un inizio, molto resta ancora da fare. Soprattutto rieditare l’essenziale della sterminata produzione del “Maestro”.
di Jean-Philippe Martin* (© 2008)
introduzione al volume Bottaro le Maestro…, a cura di E. Blanchet e P.M. Jamet, Bananas (2008)
traduzione in italiano di Marco Della Croce
* Jean-Philippe Martin è Direttore dell’Action Culturelle – Cité Internationale de la Bande Dessinée et de l’Image, nonché saggista, critico e sceneggiatore.