Verso la seconda metà degli Anni Sessanta l’ispirazione grafica di Bottaro pare marcare un momento di decisa transizione. Il Maestro non abbandona certo i moduli a lui tradizionali, che anzi sono destinati a ricevere un’ulteriore spinta evolutiva dal nuovo che sta germogliando, ma accanto a essi (e quindi ai character portanti: Pepito, Pon Pon, Baldo…) appaiono con sempre più frequenza e importanza i prodromi di una mutazione stilistica.
Il segno tendenzialmente morbido dell’opera precedente si evolve in direzione di una più spiccata spigolosità. Si avverte, anche se non viene rinnegata la cura del particolare, una nuova ricerca dell’essenzialità delle ambientazioni. Sebbene diversa da quella tipica dell’amico fraterno Giorgio Rebuffi, quest’inedita ansia di innovazione è probabilmente figlia dello stesso habitat culturale, favorito anche dalla contemporanea costituzione del mitico Studio Bierreci. Il primo frutto dell’elaborazione teorica e grafica dell’artista ligure è un character che conoscerà negli anni un successo internazionale di pubblico e, cosa ancor più difficile, di critica.

schizzi preparatori


schizzi preparatori

Il Redipicche (talora Re di Picche) nasce nel 1968, ma la sua gestazione è molto lunga: è infatti dal 1952 che il Maestro ha in mente una serie con le carte da gioco, tanto da proporla all’allora direttore del Corriere dei Piccoli, Giovanni Mosca. I disegni preparatori, totalmente diversi da quelli definitivi di quindici anni dopo, piacquero, ma non se ne fece nulla a causa della chiamata alle armi. Si arriva così al maggio 1969, quando il nuovo personaggio debutta diventando titolare di una testata bimestrale (per la Agis di Genova, editrice tra l’altro de Lo Scolaro, il cui direttore è Ivo Stringa), che avrà però vita breve a causa di grossi problemi di distribuzione; analogamente, in Francia, vede la luce Roi de Pique, per i tipi della parigina Société Française de Presse Illustrée. Nel 1971 appare Un Mondo di Fumetti, corposo e ormai leggendario volume della Edizioni Cenisio, in cui la serie assume un ruolo fondamentale, e, a partire dall’anno successivo, inizia la pubblicazione sul Corriere dei Piccoli ( poi Corriere dei Ragazzi): ormai il Redipicche è entrato nell’immaginario dei lettori, e la diffusione prosegue su scala continentale (si segnala in particolare la Germania, a partire dal 1973 con svariate edizioni), sino all’importante corollario di un cortometraggio, messo a punto dallo Studio Le Melarance di Genova e dall’amico e collega Enzo Marciante, poi abortito a causa del devastante incendio che distrusse, alla fine degli anni Novanta, gli studios della Octopussy Animation di Angoulême, la cartoon factory incaricata della realizzazione. Di quel progetto oggi rimane soltanto un provino di pochi minuti che l’artista ligure fece realizzare allo scopo di testare l’effetto della sua grafica passata in animazione.

il Redipicche


il Redipicche

Perché il serial gode di una così ampia e meritata popolarità? Le risposte potrebbero essere molteplici, a seconda delle angolazioni con le quali si osservano le vignette dedicate alle carte umanizzate. Affascina, del mondo paramedioevale creato da Bottaro, il precedente culturale che ogni lettore accorto identifica nell’immediato con Lewis Carrol (pseudonimo di Charles Lutwidge Dodgson) e Alice nel Paese delle Meraviglie (Alice In Wondeland, 1865), ma che, a ben vedere, non è poi così determinante. Piero Zanotto ha argutamente notato nel Redipicche ascendenze più nascoste, in particolare da Antonio Rubino (del quale Luciano Bottaro è estimatore grandissimo) e dal Disney delle Silly Symphonies, e l’osservazione appare quanto mai pertinente.

il Redipicche in copertina del Corriere dei Piccoli


il Redipicche in copertina
del Corriere dei Piccoli

Aldilà però dei presupposti artistici, che creano certo un quid di piacevole familiarità in una determinata e acculturata categoria di lettori, ciò che più colpisce nel serial è la capacità tutta bottariana di affabulare, rendendo nel contempo possibili diversi piani di lettura. Così può capitare di divertirsi con le surreali avventure create dalla mai soddisfatta volontà guerrafondaia del Redipicche, rissoso e aggressivo tiranno ossessionato da mire espansionistiche (regolarmente respinte) nei confronti del pacioso e amabile Redicuori, spalleggiato da sinistri figuri, come il Barone Catapulta, avido consigliere che lo adula per ottenere favori e gli vende (a caro prezzo) armi e consigli, o come i gemelli Scannabue, temibili sicari; o di seguire con un rilassato sorriso le tribolate vicende familiari del bellicoso monarca, stretto tra una Regina dal carattere piuttosto virile e una Regina Suocera altrettanto (se non più) pestifera, che si fa scudo di una apparente ieraticità per distribuire vigorosi colpi di mattarello. E può capitare anche di andare più a fondo nel testo, per scoprire, sotto il velo dello humour, una parabola del nostro mondo a cavallo tra due millenni: ai Reami delle Carte si potrebbero agevolmente sostituire i giochi politici internazionali, e la situazione di guerra strisciante ricorda da vicino ciò che è, o potrebbe essere, nella realtà.

Concludiamo con poche altre parole sul segno: della sua novità abbiamo detto, e potremmo aggiungere che il Redipicche, autentico eroe negativo, è considerato uno dei fumetti più moderni ed innovativi in circolazione, autentico fiore all’occhiello della produzione italiana contemporanea. Resta da rilevare il piacevole gioco cromatico cui Bottaro perviene, in cui spesso dominano tonalità rosa e rosse, e che esalta in maniera appropriata la presenza sempre più frequente di animali e macchine surreali totalmente inutili, altra ispirazione cara al Maestro sin dagli esordi e che lo accompagna per tutta la carriera, evolvendosi e raffinandosi in una continua sperimentazione grafica.