Papy Papero è uno dei pochi personaggi – forse l’unico – che, nonostante sia frutto originale della sua fantasia, Luciano Bottaro non sentiva per nulla proprio. Per comprenderne il motivo bisogna risalire al 1952, quando l’editore Bianconi chiede a Giorgio Rebuffi e all’artista ligure di realizzare alcuni personaggi per una nuova pubblicazione. Il primo crea Trottolino, che darà anche il nome alla testata, mentre il secondo propone i famosi topetti Pik Pok e, appunto, Papy Papero.
Il Maestro, che fin dagli esordi dimostra il desiderio di non adeguarsi ai canoni già esistenti, ha in testa un’idea ben precisa e originale di come dovrebbe essere questo nuovo character: pazzo e confusionario, proprio come il mondo che lo circonda, fuori dalle righe, libero di fare tutto ciò che non è concesso al suo cugino disneyano. L’impostazione suggerita non incontra però il consenso dell’editore che indirizza il Maestro di Rapallo verso una versione più tradizionale; la proposta non coinvolge troppo Bottaro che abbandona questo personaggio dopo averne disegnate solo due storie. Le avventure di Papy Papero, passano così ad altre mani, prima in quelle di Franco Aloisi e, in seguito, in quelle dell’ottimo Nicola Del Principe che ne darà una sua personale e convincente interpretazione.